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Guida pratica a come identificare il corpo della propria figlia mentre si cerca di nascondere alla propria moglie la relazione avuta con l’impiegata dell’obitorio


(Racconto tratto da PANK Magazine. Traduzione dall’inglese di Gabriella Ingletto.)

 

 

C’è un altro capitolo intitolato Piangere per la morte della propria figlia alcolista di ventisette anni che non vi parlava da diciotto mesi che dovreste consultare subito dopo aver finito questo. Negli anni immediatamente successivi, potreste anche aver bisogno di leggere i capitoli Come dissolvere il proprio matrimonio nel modo più amichevole possibile, Come identificare in modo preciso ciò che avete fatto durante la sua infanzia che poi ha portato la vostra bambina a vivere rannicchiata sotto il cavalcavia della Interstatale 94, con la sola compagnia di una piccola bottiglia di vino liquoroso e Come moderare la vostra inevitabile degenerazione verso un alcolismo che vi porterà a vomitare sangue e ad avere le mani che tremano. Per il momento, per favore, concentratevi solo su questo capitolo, creato appositamente per superare la prossima mezz’ora.

Quando inizierete a leggere questo manuale dovreste trovarvi in macchina con vostra moglie. State guidando sulla Interstatale 94, in direzione sud. Quando, più tardi, avrete ricevuto maggiori informazioni, vi renderete conto che siete passati proprio dal punto in cui, tra le 23:30 e le 5:00, il battito cardiaco di vostra figlia Tracy aveva iniziato a diminuire progressivamente, fino ad arrivare a un intervallo infinito tra un battito e l’altro. Per ora, però, occupatevi solo di vostra moglie, perché, nel frattempo, il suo naso ha iniziato a sanguinare.

Infilate la mano nel cruscotto per prendere un fazzoletto imprecando «Cristo, Wanda! Cristo!», come se il suo naso che sanguina fosse la parte più angosciante di tutta quella situazione. Col fazzoletto, poi, ripulite il sangue dal suo viso, continuando a tener d’occhio la strada, finché non sarà lei ad afferrarlo e a continuare da sola. Potrebbe, addirittura, scusarsi con voi per questo imprevisto.

Rallentate per evitare un TIR che, per tutta risposta, inizia a strombazzare un clacson intorpidito come si farebbe durante la navigazione in mare, ma non in strada. Sottovoce lanciate un «Testa di cazzo» a vostra moglie; lei penserà che vi state riferendo all’autista del TIR e, con uno schiocco della lingua, vi esprimerà la sua solidarietà.

Prendete l’uscita 52A. Una volta che avete imboccato la strada, iniziate un dialogo a senso unico con vostra moglie Wanda parlando della bruttezza che questa parte di Chicago ha raggiunto a causa del degrado industriale. Spiegatele che la maggior parte di questi edifici sono stati costruiti negli anni ‘70 in stile brutalista. Descrivetele lo stile: strutture imponenti, altissime e pesanti, realizzate con largo impiego di cemento grezzo. Concludete commentando che questo movimento architettonico è, ormai, fuori moda. Lei annuirà d’accordo con voi: non è, infatti, la prima volta che avete avuto questo tipo di conversazione passando da quest’area.

Superate l’Università dell’Illinois-Chicago. Sentitevi improvvisamente sopraffatti dal ricordo di vostra figlia che, all’età di 8 anni, vi chiedeva quale college avrebbe frequentato. Rievocate, poi, quel momento in cui le avete risposto che i migliori college sono a Ivy League, lontano dall’Illinois, ma che lei sarebbe potuta andare ovunque avrebbe scelto. Ovviamente si trattava di una menzogna.

Ritornate al presente quando vostra moglie urla: «Mark! Il semaforo è rosso!» Inchiodate. La macchina supera il semaforo e occupa l’incrocio. Bloccate il traffico. Imprecate.

Entrate nel parcheggio dell’obitorio della contea di Cook. Esprimete il vostro dissenso a Wanda per il fatto di esser costretti a pagare per il privilegio di… per il privilegio di…

Scoprite che quelle parole proprio non riescono a venir fuori. Mentre inserite il freno a mano, Wanda, d’impulso, senza guardarvi, afferra la vostra mano. Con lo sguardo perso fuori dal finestrino, continuerà ad accarezzare il dorso ruvido della vostra mano con il suo dito. Vi ritroverete a riflettere sul fatto che il suo pollice sia ancora morbido, nonostante abbia quasi raggiunto i 50 anni. Rimuginateci per un po’ fino a comprendere quanto sia stupido: l’età non incide sulla la morbidezza delle dita.

Chiedete a Wanda come va il naso. Lei vi mostrerà il fazzoletto per farvi vedere che non sta più sanguinando, anche se ha un po’ di sangue rappreso intorno alla narice sinistra. Rispondete con un «Meno male» o con qualsiasi altra espressione scontata come questa. Uscite dalla macchina.

Vi ritroverete all’interno dell’edificio, con le porte chiuse alle vostre spalle. Più tardi, cercherete di ricostruire quello che è successo nell’intervallo di tempo che va da quando siete scesi dalla macchina fino a quando siete entrati nell’edificio: saranno 90 secondi della vostra vita che avrete perso per sempre, come succede con i denti da latte dei bambini.

Andate al bancone dell’accettazione. Wanda sarà lì al vostro fianco, ma voi due avrete dimenticato il modo in cui si sta vicini. Dietro il bancone troverete una donna grassoccia di mezza età, con occhiali bifocali.

«Siamo qui per l’identificazione», dirà Wanda con una voce flebile, ma chiara.

«Nome?» risponderà l’impiegata senza neanche sorridervi. Vi sentirete offesi. Perché nella vostra mente gli impiegati dell’obitorio dovrebbero anche essere degli individui in grado di darvi dei consigli saggi e amorevoli. Poi, però, iniziate a pensare che, forse, quella donna grassoccia di mezza età sa che siete stati voi a uccidere la vostra bambina – chissà come, chissà quando, chissà con quale conversazione che voi avete dimenticato, ma che vostra figlia continuava a ricordare ogni volta che mandava giù un sorso – e non avrà nessuna pietà per voi.

Sarà Wanda a dirle i vostri nomi. Poi, l’impiegata vi chiederà di accomodarvi su di una quelle file di sedie blu di plastica. Sedetevi. Poggiate le mani sulle ginocchia. Osservate il piede di Wanda che sembra quasi strabordare dalla sua scarpa. Pensateci bene prima di dire qualcosa al riguardo.

Aspettate meno di cinque minuti.

Poi, con la coda dell’occhio, vi accorgete di lei e iniziate ad avvertire una sgradevole sensazione di pericolo mista a eccitazione. La vostra mente ritorna a dei pensieri del tutto inappropriati. Provate orrore nel sentire che il vostro pene è diventato quasi duro nei pantaloni.

Alzate lo sguardo e rimanete a bocca aperta.

Lorna alzerà lo sguardo nello stesso momento. Anche lei rimarrà a bocca aperta. Entrambi resterete a bocca aperta per un lasso di tempo che sembra un millennio. Ma nessuno, nemmeno Wanda, noterà tutto questo: nella sala d’aspetto di un obitorio, nessun tipo di espressione che appare sul vostro viso può essere sospetta.

Abbandonatevi all’ondata di ricordi. Vi ricordate:

Della prima volta che avete incontrato Lorna, quando era una delle due segretarie a tempo determinato assegnate alla reception del vostro ufficio nel 2009.

Del fatto che l’altra segretaria, Bethany, era molto più carina e molto più eccitante.

Che durante la pausa pranzo, insieme ai vostri colleghi, facevate apprezzamenti pesanti su Bethany, mentre continuavate a ribadire che Lorna aveva un “viso troppo scarno”, che era “troppo elegante” e con “un culo troppo grosso per il suo corpo”.

Di quando Lorna è stata trasferita al vostro stesso piano e avete iniziato a salutarla ogni mattina.

Di quando insegnavate a Lorna come usare la fotocopiatrice e, in cambio, lei vi insegnava a usare il fax e ridevate dei vostri piccoli scambi di favore.

Di quando avete pranzato con lei la prima volta.

Di quando avete iniziato a pranzare con lei ogni giorno.

Della prima volta che l’avete accompagnata a casa, quando viveva ancora con i suoi genitori.

Di quando avete iniziato ad accompagnarla a casa ogni giorno.

Di quando avete iniziato a scopare in macchina, nel parcheggio del negozio Circuit City, dopo il solito drink di fine lavoro.

Di quando promettevate a voi stessi che non sarebbe successo mai più e, lo stesso, poi, promettevate anche a Lorna.

Di quando scopavate nella sua stanza, mentre i suoi genitori, ormai anziani, erano impegnati a guardare “Ballando con le Stelle” con il volume così alto che venivate dentro di lei a ritmo di rumba.

Di quando pensavate a Lorna mentre andavate a prendere Tracy al college, nell’unico semestre che ha frequentato, cercando di prestarle attenzione mentre vi parlava di etica o di economia o di qualsiasi altra lezione avesse seguito.

Di quando la notte, a letto, passavate dal sentirvi colpevoli al sentirvi stupidi – stupidi perché quella era la sola avventura che avete avuto ed eravate coscienti che sarebbe rimasta l’unica e siete riusciti a sprecarla con una ragazza che, dal collo in giù, è identica a vostra moglie Wanda: stretta in vita e con un culo troppo grosso.

Di quando, in pieno inverno, cercavate di troncare con Lorna, seduti in macchina in un parco nazionale, con lei che continuava a ripetervi «Ok, ok. Va bene. Ho capito,» in un tono così vago e monotono da farvi rabbrividire, poiché avevate il timore che potesse impazzire da un momento all’altro e, alla prima occasione utile, andare ad affrontare Wanda.

Di quando, dopo esser passate diverse settimane, vi era sempre più chiaro che Lorna non era per niente irritata dalla fine della vostra relazione, anzi al lavoro continuava a comportarsi esattamente come faceva prima che tutto accadesse: giocando e flirtando sottilmente e senza essere infastidita quando le chiedevate di sbrigare delle faccende che, come assistente, rientravano tra i suoi compiti.

Del profondo senso di nostalgia, ma anche di scampato pericolo che avete provato quando, dopo quindici mesi di lavoro nel vostro ufficio, Lorna si licenziò per riprendere gli studi.

Di quando le avete inviato un messaggio provando, per l’ultima volta, ad avere un incontro con lei e come risposta avete ricevuto un “No, grazie (simbolo)” in 12 secondi netti.

Di quando avete cancellato tutti i suoi messaggi dal telefono e avete dato una controllata in giro nel caso fossero rimaste altre tracce da eliminare, ma, in realtà, non c’era nulla di particolare.

Di quando, anche se eravate fuori mano, passavate dalla casa dei genitori di Lorna, ma senza riuscire mai a vederla.

Di quando, infine, vi siete rassegnati al fatto che non l’avreste più rivista e che il vostro matrimonio sarebbe andato avanti inalterato. Tutto questo, però, fino a un secondo fa.

 

Richiudete la vostra bocca ancora aperta. Ricomponetevi. Voltatevi istintivamente verso Wanda. Anche lei avrà notato Lorna e starà aspettando ansiosamente. Provate un senso di sollievo quando il vostro pene, finalmente, si ritira in un torpido letargo.

Rimanete poi sconvolti quando, pensando al vostro pene, vi viene in mente un altro ricordo di Tracy. Di quella volta in cui, all’età di quattro anni, spalancò la porta del bagno fermandosi a fissare il vostro pene moscio mentre orinavate. Tenete presente che voi eravate a metà ed era impossibile fermarvi e allora le avete detto: «Amore, chiudi la porta, dai tesoro!» ma lei, invece, non si mosse e continuò a fissare il vostro pene per tutta la durata della vostra pisciata. Ricordatevi che quella fu anche una di quelle pisciate epiche: una da sei birre.

Domandatevi se quell’inconveniente – una bambina di quattro anni che si trova davanti agli occhi il pene di un adulto – possa essere stato così scioccante e traumatizzante da insinuarsi dentro di lei e deformare la sua visione degli uomini fino a condurla qui, oltre le spesse porte di questo edificio e attraverso questi corridoi illuminati da neon, con il pavimento che stride a ogni passo. Poi, calmatevi e dite a voi stessi che non c’è niente di strano nel fatto che una bambina possa vedere per puro caso e in modo del tutto accidentale il pene del proprio padre in una situazione completamente asessuata, tant’è che ci sono molte famiglie che non si pongono il problema della nudità all’interno delle mura domestiche e i loro figli non finiscono per morire congelati in un sacco a pelo sporco di merda e troppo leggero per riuscire a resistere a un freddo febbraio di Chicago.

Lorna verrà ad accogliere voi e Wanda con un «Signor e signora Baum?» Voi e Wanda vi alzerete dalla sedia all’unisono. Prendete atto del fatto che, anche Lorna, in modo molto cortese, ha deciso di far finta di non conoscervi. Provate gratitudine nei suoi confronti mentre lei, in modo fermo, vi chiede di seguirla.

Mentre Lorna attraversa una porta imbottita due passi in avanti rispetto a voi e Wanda, ritornate al flusso di pensieri che avevate precedentemente. Chiedetevi se, effettivamente, con Tracy avete avuto un comportamento troppo riservato e severo. Dopo tutto, siete stati quei tipi di padri da tre abbracci all’anno, perfino quando vostra figlia Tracy era ancora piccola e tutta da coccolare.

Tenete a mente che, in futuro, avrete un sacco di tempo per farvi torturare da questi pensieri. Ribadite la vostra devozione a Wanda e imponetevi di essere forti e risoluti per diventare il suo pilastro, nel momento in cui entrambi sarete sottoposti alla peggiore esperienza che possa capitare a un genitore.

Mentre voi siete intenti a calcolare la frequenza dei vostri abbracci, Wanda avvertirà un improvviso senso di nausea. Vedendo il bagno di fronte a lei, mollerà la vostra mano e correrà dentro. Chiedetele, in modo del tutto inutile, se va tutto bene, mentre la porta si sta già richiudendo dietro di lei. Lorna vi spiegherà che questo accade tutte le volte.

Voltatevi, allora, verso Lorna e sforzatevi di pensare a qualcosa da dire. Notate che anche lei cerca di fare la stessa cosa.

Alla fine deciderete per questa apertura: «È per fare questo che hai studiato?» Lorna apparirà imbarazzata e vi confesserà che, in realtà, ha abbandonato gli studi dopo un solo semestre. Soffocate l’impulso di dirle che anche Tracy aveva fatto lo stesso.

Chiedetele come è stata in questi anni.

«Beh, questo è il mio lavoro, quindi… che ne pensi?» vi risponderà Lorna. Per otto ore al giorno, per cinque giorni a settimana, Lorna comunica alla gente che i loro cari sono morti in solitudine.

«Lavorare per il governo ha i suoi vantaggi,» aggiungerete voi come un maledetto idiota, ma a Lorna sembrerà non importare. Anzi annuirà, ma inizierà ad alterare il suo viso digrignando i denti. Voi sapete che il suo viso si alterava in quel modo ogni volta che era pronta a replicare a qualcuno e avete ancora vivo il ricordo di Lorna che assumeva quell’espressione quando era pronta a controbattere a qualche vice-presidente della vostra compagnia che la rimproverava per avergli assegnato una sala conferenze troppo piccola per un incontro con un cliente importante. E di quando, rossa in viso, labbra tirate e denti stretti dalla rabbia, con il suo elegante foulard madido e afflosciato intorno a quel collo che voi baciavate di continuo, si allontanava dal vice-direttore per andare a prendere il suo portatile, per poi ritornare da lui e mostrargli l’e-mail che le aveva inviato in cui lui le indicava esattamente quale sala conferenze utilizzare.

Lasciatevi sopraffare anche da un altro ricordo: quella volta in cui Tracy è stata quasi sospesa per aver dato un pugno a una sua compagna di classe in quarta elementare. Cercate di ricordare il nome di quella bambina e alla fine lo tirerete fuori da un filo di ricordi lungo quarantanove anni: Millie Dugan. Millie Dugan era una bambina di dieci anni che aveva iniziato a bullizzare Tracy e, in tutta la vostra vita, mai vi sareste immaginati che una bambina, con un nome antiquato e serio come Millie, avrebbe mai potuto bullizzare qualcuno.

E, forse, è stato a causa di questo motivo che, quando Wanda vi ha telefonato per dirvi che il direttore aveva fatto portare Tracy nel suo ufficio con l’intento di punirla con la più temuta e ignobile sospensione dalla scuola mai registrata prima, voi siete corsi a scuola e, una volta giunti nell’ufficio del direttore Burnett, davanti a lui avete perso le staffe con Tracy e, per almeno sei volte, le avete chiesto che diavolo le era passato per la testa. E che dopo, in macchina, quando Tracy, diventata un batuffolo piagnucolante, cercava di spiegarvi che non era stata colpa sua, che era stata Millie Dugan a farle lo sgambetto nel corridoio, che continuava a tormentarla facendo finta di colpirla sul volto, che la prendeva in giro perché aveva un raccoglitore sottomarca, invece dell’originale Trapper Keeper e che, solo allora, Tracy si era avventata su di lei e aveva iniziato a picchiarla, voi, nonostante questo, siete rimasti irremovibili nei suoi confronti. Anzi, potreste anche avere rincarato la dose dicendole che, le bambine che si chiamano Millie, hanno già un sacco di problemi.

Ritornate al presente, anche se continuate a essere tormentati dal timore che, il modo in cui avete gestito l’episodio Millie Dugan, potesse essere ciò che passava per la mente di Tracy, ogni volta che portava una bottiglia di Wild Irish Rose alle sue labbra.

«Sto bene, grazie,» dirà Wanda anticipandovi mentre esce dal bagno. Notate che il sangue rappreso che aveva intorno al naso è stato ripulito. Poi, afferrerà di nuovo la vostra mano.

Lorna, dopo essersi preparata per la fase successiva, vi condurrà a una porta bianca che si trova alla fine del corridoio. «Fa un po’ freddo qui,» vi dirà prima di entrare. «Mi dispiace.»

Questa è tutta la preparazione che riceverete. Poi, Lorna aprirà la porta e vi farà entrare.

La camera dei corpi, come voi la chiamerete in modo stupido, non è come ve la sareste immaginata: non c’è nessuna parete in vetro, nessuna stanza insonorizzata e nessun assistente dall’altra parte della parete che tira indietro il lenzuolo a un cenno di Lorna.

Nella stanza, invece, ci saranno circa venti tavoli, tutti ricoperti con delle lenzuola blu. Molti di loro non saranno occupati, ma ce ne saranno forse quattro o cinque in fila, rigonfi sotto le lenzuola blu.

Mentre Lorna controlla il cartellino alla base del secondo tavolo, pensate a quanto poteva costare un Trapper Keeper nel 1996.

«Sto per scoprire il corpo,» dirà a un certo punto Lorna. «Per favore, confermate che questo è il corpo di Tracy Elizabeth Baum.»

Wanda darà una forte stretta alla vostra mano.

«Per favore,» ripeterà Lorna con una mano già poggiata ad un angolo del lenzuolo blu, «confermate che questo è il corpo di AZ,» Voi e Wanda annuirete con un cenno del capo.

Lorna tirerà il lenzuolo indietro.

«Questa è vostra figlia?» chiederà.

Sarà Tracy quella sul tavolo. Avrà i capelli rossi e fluenti e le labbra scure. I suoi occhi saranno chiusi. Non avrà quell’aspetto terribile che vi saresti aspettati. Un giorno sarete grati per questo.

A quella vista Wanda barcollerà, vi camminerà sui piedi e, involontariamente, lancerà un urlo.

«Mi dispiace,» dirà Wanda. «Mi dispiace,» dirà Lorna. «È lei,» direte voi.

«Grazie,» vi risponderà Lorna con un filo di voce. Poi scriverà qualcosa sulla sua cartella. «Possiamo continuare in una stanza più calda.» Solo in quel momento, per la prima volta, vi rendete conto di quanto sia fredda quella stanza.

Lorna vi farà nuovamente strada. Abbassate lo sguardo. Vi ricorderete cosa voi e Steven e Mike J. continuavate a dire su di lei: che ha un culo troppo grosso per il suo corpo.

Poi pensate: Come Wanda, ma Wanda era molto più carina di Lorna quando aveva la sua età. Tracy, invece, aveva un sedere proporzionato al suo corpo? Tracy piaceva agli uomini? Li eccitava? Vi ricorderete che non siete mai stati molto contenti quando Tracy portava i suoi spasimanti a casa. Dei ragazzi esili e senza futuro, che bevevano la vostra birra asciugandosi di continuo le loro facce da volpe con il dorso della mano. In realtà, converrete che state descrivendo solo uno dei circa sei ragazzi che avete incontrato. Cercate di ricordarvi degli altri.

Chiedetevi se siete stati troppo ostili nei confronti dei ragazzi di Tracy. Vi viene in mente che sono stati sempre loro a chiudere con Tracy e mai il contrario. Almeno da quello che diceva Wanda (in quanto voi non avete mai parlato direttamente con Tracy di queste cose), questo non aveva nulla a che fare con voi, in quanto i ragazzi di Tracy non sembravano nemmeno accorgersi di voi.

Una volta fuori dalla camera dei corpi chiedete a Lorna educatamente: «Ti vedi con qualcuno?»

Poi inizierete a sbattere le palpebre, in modo irregolare, più a sinistra che a destra, quasi come uno spasmo. E poi ancora.

E vi domanderete se veramente, di fronte a Wanda, avete chiesto a Lorna se si sta vedendo con qualcuno. Domandatevi che cazzo di idiota siete di preciso, senza guardare né Lorna né Wanda, ma fissando il muro, cercando di capire che diavolo vi è passato per la testa.

«Se vedo qualcun altro oggi?» Lorna risponderà immediatamente. «Solo altre quattro persone.»

Sarà comunque troppo tardi. Wanda vi starà già fissando come se foste completamente usciti fuori dalla vostra dannata testa.

Questo è tutto. Questa è la fine. Non i messaggi, non i pettegolezzi dei vostri colleghi durante la festa di Natale organizzata dalla vostra azienda a cui Wanda partecipa diligentemente ogni anno. Ma questo: una domanda assurda che nessuno si è mai sognato di fare a una dipendente di un obitorio, da quando è stato istituito il recupero delle persone decedute. Ti vedi con qualcuno?

Sapete che ora Wanda metterà insieme i pezzi e capirà della relazione che avete avuto. Apprenderà della vostra infedeltà nello stesso giorno in cui apprenderà della morte di sua figlia. A causa vostra, avrà il cuore distrutto due volte, mentre voi non sarete altro che il peggiore pezzo di merda mai esistito sulla Terra. Se ci fosse veramente una giustizia divina che governa l’universo, ci dovreste essere voi su quel tavolo d’obitorio, non Tracy.

Ma non fermatevi là. Andate oltre e considerate perché mai prima d’ora avete preso in considerazione questa eventualità. Considerate che non avete subito pensato sarei dovuto essere io. Negli ultimi dieci minuti, vi siete preoccupati più del fatto che Wanda potesse capire della vostra relazione con Lorna che del fatto che vostra figlia giaceva lì, immobile, su un tavolo di una fredda stanza d’obitorio.

Capirete che Tracy non è stata uccisa da un singolo episodio accaduto in ventisette anni, nove mesi e tredici giorni vissuti insieme: quello che l’ha uccisa è stata la devastante somma di tutti quegli episodi in cui siete stati spregevoli.

Wanda vi dirà qualcosa a bassa voce. Fissate le sue labbra che si aprono e si chiudono.

Stai bene?

Ritornate alla realtà. Sorridete. Annuite. Muovete il capo come per dire Non so che cosa sia successo!

Firmate dei documenti. Salutate Lorna. Perdete un’altra decina di minuti.

Ritornate in voi stessi quando siete in macchina, mentre guidate sulla superstrada, verso il sobborgo di Des Plaines. Wanda rimane in silenzio, con lo sguardo rivolto fuori dal finestrino, fissando gli edifici della fabbrica di sale Morton.

«Ogni volta che piove,» dirà poi, senza che voi riusciate a capirne la ragione, «diluvia.»

Perdete qualche altro minuto.

Arrivate a casa. Prendete la posta dalla cassetta. Guardate Wanda togliere la neve che ricopre le sue ortensie e farne una palla grande quanto quella da softball per poi lanciarla, in modo subdolo, con un movimento dal basso verso l’alto, oltre la recinzione del vicino. Aprite la porta, entrate in casa.

Ognuno va per i fatti propri. Voi, entrate nel soggiorno e cercate nei cassetti la chiave dell’armadietto dove tenete gli alcolici. Dopo cinque minuti, vi accorgente che la chiave è già inserita nella toppa dell’armadietto, come è sempre stato.

Wanda entrerà e mettendovi la mano sulla spalla vi dirà: «Vado a letto,» anche se non sono nemmeno le cinque di pomeriggio. Noterà il bicchiere che avete in mano.

Poi, si fermerà sulla porta e dirà: «Non rimanere in piedi fino a tardi.»

Quando l’avrete sentita salire le scale su fino alla vostra stanza da letto, mettete da parte il bicchiere e iniziate a tracannare il whisky direttamente dalla bottiglia. Mentre bevete, decidete il posto dove nascondere la bottiglia una volta che avrete finito. Ripensate a Lorna nel parcheggio di Circuit City. Ripensate a Wanda da giovane nel parcheggio di Circuit City. A Tracy, invece, non ripenserete affatto.

Quando il whiskey sarà finito, nascondete la bottiglia sotto i cuscini del divano e alzatevi in piedi. Mettete le mani sui fianchi. Sentitevi determinati a fare del vostro meglio per Wanda nei prossimi giorni, settimane, mesi, anni, decadi. Annuite enfaticamente con la testa, anche se là con voi non c’è nessuno che può vederlo.

Poi immaginatevi i prossimi giorni, settimane, mesi, anni, decadi.

Emettete un pianto soffocato prima di crollare giù sul divano. Seppellite la testa sotto uno dei cuscini e lasciate che le vostre lacrime bagnino la fodera. Pregate intensamente per la vostra morte.

Aspettate qualche minuto. Se non accade nulla, procedete con il prossimo capitolo.

 

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Christian Hayden vive a Chicago, Illinois. I suoi lavori sono apparsi su Word Riot, Buffalo Almanack, Yemassee, McSweeney’s Internet Tendency e altri. Inoltre, contribuisce a ClickHole. Leggi l’originale su Pank Magazine: https://pankmagazine.com/piece/instructional-identifying-your-daughters-body-while-concealing-from-your-wife-the-affair-that-you-had-with-the-morgue-attendant/

“Guida pratica a come identificare il corpo della propria figlia mentre si cerca di nascondere alla propria moglie la relazione avuta con l’impiegata dell’obitorio”, un racconto di Christian Hayden, tratto da PANK Magazine e tradotto sul sito di Pidgin Edizioni.