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illustrazione Diario di una ragazza in fiamme - Nicola Nucci - SPLIT

Diario di una ragazza in fiamme

E comunque arrivi piano, come il profumo dei boschi.

O di Lucky Strike.

Spalanchi il freezer dove sono intrappolato da giorni-settimane-anni.

E scappiamo nel vortice del brumbrumspaceshuttle a spicchi nero/verde, nero/giallo, nero/arancio.

Il salotto è un cumulo di polvere.

E di starnuti.

Fino al capolinea della nostra camera da letto.

“Buonasera señorita.”

E ci gettiamo dal balcone, sulla folla che non sa.

Vedi:

due ragazzi che giocano a fare la rivoluzione,

un vecchio che sputa un altro martedì…

Martedì:

mentre sgommiamo via da sotto al tavolo.

E tu tossisci.

Che la pausa pranzo dura quel che dura

e poi devi tornare a lavorare.

Di corsa.

Che i fumi della città si sono assopiti.

Diradati.

E rimangono tutte quelle cartine ingiallite.

Il Messico.

La Jamaica.

Una laurea in storia dell’arte.

E sognavi qualcosa di diverso, magari di più.

Tipo guida turistica.

O pescatrice di asterischi.

E invece eccoti:

irrealizzata, frustrata…

Che il tuo analista ti lega al lettino e poi va a fare colazione, coi tuoi soldi.

Quelli che ti passa il Ministero.

Che comunque ci compri la droga.

O i ticket per i concerti.

Se proprio va male le forbici con la punta arrotondata.

Per squarciare il cielo.

Trac!

Un altro tramonto.

Pescicani, lavori interinali…

“Invece no”.

Hai le spalle strette, la postura sbilenca ora che viri verso…

“Ovest?”

Mega stock.

Beauty store.

Leroy Merlin.

Vodafone…

che nel tempo in cui trangugi un trancio di pizza si divora Tre, Blu, Copvoice

e…

“sempre diritto” verso chissà dove.

Tutto un brulichio di stelle che fumano, sfumano, lumano tra gli anfratti.

Sembrano spacciatori moderni, o dipendenti della regione…

Bolli il cartellino ma non te ne vai.

Lì.

Ferma.

Immobile.

Tra i fili d’erba.

In metro.

Nei parcheggi deserti.

Come La Mecca, Via Nelson Mandela!

Bianca di paura.

E hai gli occhi stanchissimi.

E i capelli fuori posto.

Che suicidarsi è sempre stata una cosa da poco.

Che è tutto così difficile.

E allora sniffiamo pop corn.

Come nuove possibilità, piegati sulle ginocchia.

Magari di fronte a un irrigatore automatico.

Una lavanderia a gettoni.

Un…

Comunque ben distanti dai sorveglianti.

Qui.

Fischiettando uno di quei tormentoni tipo…

dan dan dan.

Che comunque non c’è anima viva.

In centro.

Da nessuna parte.

“Cazzo!”

Né di giorno, né di notte.

“Niente!”

Coi militari che riempiono sino all’orlo boccali e boccali di…

“cosa succede quando tutto esplode?”

BUM!

Coriandoli di luce, in festa.

Coi santi che gridano “La manna dal cielo.”

E i ragazzi che fanno file oceaniche per farsi schioppare in vena la vita.

O quello che rimane dell’ultima raccolta Panini.

Freddo.

Sola.

Caldo.

Tepore.

Sordo.

Che poi la vita ti balla davanti come un budino di cioccolata.

Tua mamma…

“Ti sento così indifesa.”

Capelli negli occhi…

Lanciatrice di coltelli.

Ubriaca lercia.

“Ecco la tua dose, fratello!”

O sorella.

“Fai il bravo però.”

Che “deve durare fino…”

e invece arrivi a stento a… venerdì?!

Un altro giorno.

Un altro giro di giostra.

Al termine di questa giornata.

Caro diario…

Coi telefoni a gettoni.

E l’agenda piena zeppa di appuntamenti.

Ok.

La facciamo finita domani.

O dopodomani!

Non lo so, giuro: non lo so.

“Perché balli?”

Con quei vestiti che…

Estate.

Stanca.

Inverno.

Dentro.

Tipo tra le ossa.

Quasi malinconia.

Terribile.

Che spalanchi il frigorifero:

una fragola,

una piantina di limoni senza limoni,

una composta di fichi,

una pianola a fiato…

e dobbiamo preparare la cena.

E hai le labbra così screpolate che…

zan-zan!

con la maglietta sbranata da un cane,

dal tempo,

da questi anni.

Che Dio ti benedica:

hai gettato dal balcone tutti quei curriculum…

Là.

Dove si bruciano gomme.

O automobili.

O neolaureati.

Come fossero clochard.

Come fosse niente.

La notte.

Quella canzone.

La città, attaccata con lo scotch.

Intanto che svapi anni funesti.

O grandi amori (come il nostro).

Giovedì.

Uniero.

In ogni caso “fanno diciannove e novantanove.”

Mentre servi il resto e ripassi dal via.





Nato a Sinalunga in provincia di Siena nel 1987, Nicola Nucci collabora come sceneggiatore in ambito teatrale e cinematografico. Col suo provocatorio romanzo d’esordio dal titolo Trovami un modo semplice per uscirne (Dalia, 2019) centra la finale al Premio Italo Calvino, il terzo posto al Nabokov e due nomination come Miglior Autore Esordiente e Miglior Libro al Premio Twitter organizzato dalla pagina di Puntolettura. Ha scritto racconti per “Cadillac”, “Clean”, “Il Foglio Letterario”, “Fillide” e “SPLIT”.

illustrazione Diario di una ragazza in fiamme - Nicola Nucci - SPLIT
“Diario di una ragazza in fiamme”, un racconto di Nicola Nucci per la rivista SPLIT di Pidgin Edizioni