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Non lo sapeva nessuno

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che quel giorno si sarebbe svegliato con le mutande bagnate per la prima volta e avrebbe pensato a quello che dicevano tutti i suoi amici, a quelle cose che lui faceva finta di dire sì, anche io, certo, ma loro lo avevano capito che mentiva e ridevano e lui rideva con loro e si tiravano pugni a vicenda fino a lasciargli dei lividi viola sui bicipiti.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che quella mattina avrebbe fatto colazione con dei biscotti nuovi che suo padre doveva far provare alla famiglia per poter comunicare ai suoi capi se il campione test era soddisfatto. Erano cattivi quei biscotti, ma lui disse agli occhi ansiosi del suo vecchio che eccome! Ne avrebbe proprio voluti ogni mattina.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che alla seconda ora di scuola, la sua compagna di classe più brutta, con l’apparecchio a baffo e la pelle che puzzava di cipolla, gli avrebbe scritto un biglietto in cui condensava in poche sillabe il suo desiderio di diventare la sua fidanzata. Lui non avrebbe risposto, ma, plateale, avrebbe aspettato la fine dell’ora, si sarebbe alzato, avrebbe raggiunto il banco della compagna e, guardando altrove, avrebbe divelto il foglio in otto quadrilateri simili. Lei, mentre lui se ne andava a passo da telefilm americano, gli avrebbe urlato che aveva scherzato e che lui era un fesso ad averci creduto, ma le lettere gli si sarebbero scombinate in bocca, producendo un eccesso di saliva che l’avrebbe fatta tossire fino alle lacrime, chiusa in bagno.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che a pranzo sua madre l’avrebbe portato nel primo McDonald’s della provincia e che lì ci avrebbe trovato anche la professoressa di matematica, che era seduta con la sua famiglia che comprendeva una bambina con la faccia di quelli che hanno la sindrome di Down. Lui avrebbe pensato che le stava bene di avere una figlia così, e l’avrebbe pensato mentre ordinava un doppio cheeseburger senza cetrioli, patatine fritte – grandi – e una Coca Cola media.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che nel tragitto di ritorno verso casa sua madre gli avrebbe detto, guardando la strada, che erano arrivati i risultati delle sue analisi del sangue, che avevano rivelato i valori troppo alti di colesterolo e che, quindi, aveva preso appuntamento con un dietologo perché lo aiutasse a dimagrire.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che quel pomeriggio si sarebbe chiuso in bagno e si sarebbe spogliato davanti allo specchio e l’unica cosa bella che sarebbe riuscito a vedere nel suo corpo flaccido sarebbe stato il suo pisello nuovo, da uomo, e così lo avrebbe usato come facevano i suoi amici davanti ai giornaletti con le donne nude.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che quel pomeriggio i suoi amici avevano deciso che sarebbero andati a casa prima, per studiare, ma poi era arrivato lui, allora erano rimasti, tanto di tempo per studiare ce ne sarebbe stato una vita.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che i pugni sulle braccia sono un passatempo ok, che il cane a cui far scoppiare i petardi nella cuccia è un discreto spasso, che il gatto con la coda in fiamme è divertente solo per un po’, ma il ciccione che salta come l’orso del circo di maggio, mentre gli sparano ai piedi con la pistola a pallini, è una vera goduria.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che si sarebbe accartocciato a terra come i ricci nel giardino dei nonni, quando uno gli avrebbe fatto lo sgambetto e un altro gli avrebbe tirato un pizzicotto ai capezzoli, e poi calci, pugni, sputi, muoviti ciccione, reagisci, e la testa tenuta per i capelli e la pistola che doveva sparare a terra, invece gli tirava via l’occhio di destra.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che tutti sarebbero scappati e lui sarebbe rimasto da solo in quella vecchia cava di marmo fuori uso da decenni, a gridare e svenire.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che l’ambulanza sarebbe arrivata dopo due ore, perché uno degli amici aveva l’asma e, una volta a casa, stava rischiando di morire soffocato dal senso di colpa e aveva confessato tutto a sua mamma, che a sua volta aveva rischiato di morire, ma di crepacuore.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che il suo primo pensiero, quando aveva sentito i passi degli adulti che si avvicinavano, era stato quello di coprirsi con le mani le parti intime, scoperte per colpa dei pantaloni che i suoi amici gli avevano calato per vedere se anche lui aveva i peli lì sotto.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che al posto di quell’occhio ne avrebbe cambiati tanti nell’arco della vita, sempre più precisi nell’imitazione del suo iride naturale, ma comunque suppellettili.

Non lo sapeva nessuno e lui nemmeno, che la verità di quel giorno l’avrebbe raccontata solo alla sua futura moglie e le avrebbe detto che era il giorno in cui era diventato un uomo, perché aveva capito quanto sanno essere cattive le persone quando vogliono solo divertirsi un po’, poi le avrebbe messo la sua testa trentenne in grembo e le avrebbe detto, dimmi che di te mi posso fidare, e l’avrebbe detto strizzando forte le palpebre dell’unico occhio che gli era rimasto buono per vedere.

 

 

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Alessandro Busi vive a Padova, è psicologo e da anni scrive. Alcuni suoi racconti sono apparsi su Grafemi, Tuffi, Tre Racconti, inutile, Risme, Altri Animali. Il blog in cui raccoglie molto di ciò che scrive è: comeuncanesullaluna.wordpress.com

“Non lo sapeva nessuno”, un racconto di Alessandro Busi per SPLIT, rivista online di Pidgin Edizioni

3 Commenti

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“Non lo sapeva nessuno”: racconto su Split – Come un cane sulla luna
11 Giugno 2019 a 12:55

[…] È da un po’ che non scrivo nulla qui. Sono molto felice di tornare con questo racconto che si intitola “Non lo sapeva nessuno“. […]

Una settimana di racconti #84 | ItaliansBookitBetter
17 Giugno 2019 a 20:06

[…] Non lo sapeva nessuno di Alessandro Busi su Pidgin edizioni […]

Un anno di racconti 2019 | ItaliansBookitBetter
19 Gennaio 2020 a 19:41

[…] Non lo sapeva nessuno di Alessandro Busi su Split […]